I RAGAZZI DEL GALILEI ALLA XXX GIORNATA NAZIONALE DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO PER LE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE
“Il vento della memoria semina giustizia”; questo il messaggio di Libera per la XXX Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno per le vittime innocenti delle mafie svoltasi a Trapani, alla quale le alunne e gli alunni delle classi 2^ O e 5^ M, accompagnati dalle docenti Rigano e Mirabella, hanno partecipato.
Per celebrare consapevolmente questo momento gli studenti e le studentesse hanno svolto un viaggio itinerante attraverso alcuni luoghi simbolo della legalità. Il percorso ha fatto la sua prima tappa presso Casa Felicia e Peppino Impastato a Cinisi, dove le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno conosciuto da vicino l’impegno e la lotta del giovane Peppino, animato da un inarrestabile bisogno di cambiare il mondo attorno a lui, un mondo segnato dalla presenza mortificante della mafia. Un’atmosfera che il giovane Peppino aveva respirato sin dalla nascita, e che divenne ad un certo punto per lui irrespirabile. Un momento particolarmente emozionante è stato quello in cui gli studenti hanno percorso i “cento passi”, quel breve tratto di strada che separava casa Impastato dalla dimora del boss del paese, Gaetano Badalamenti.
La seconda tappa ha portato le giovani studentesse e i giovani studenti ai piedi della Stele di Capaci, che ricorda la strage del 23 maggio del ’92, nella quale il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta persero tragicamente la vita. Percorrendo il Giardino della Memoria Quarto Savona Quindici, gli studenti hanno osservato scrupolosamente i luoghi dove si consumò la lucida ferocia della mafia stragista.
Il viaggio nei luoghi della legalità si è concluso a Trapani, dove i nostri studenti hanno preso parte alla manifestazione nazionale per la Giornata della Memoria e dell’Impegno per le vittime innocenti delle mafie. Attraversando le strade principali della città di Trapani, un corteo di 50.000 manifestanti provenienti da tutta Italia ha gridato forte il proprio No alla mafia. In piazza Vittorio Emanuele, Don Luigi Ciotti, da appassionato combattente, si è rivolto alla folla attenta ma, in particolare, alle ragazze e ai ragazzi intervenuti, incitandoli a diventare semi di giustizia, ricordando che soltanto da loro potrà partire il vento del cambiamento, quel vento che non puoi fermare, ma solo fargli perdere tempo, parafrasando Fabrizio De André.
“L'Italia è un Paese non del tutto libero, il processo di liberazione non è terminato, dove gli avversari di oggi si chiamano corruzione, mafia, diseguaglianze, povertà, abuso di potere. Occorre fermare la deriva etica di un pezzo di mondo che abbandona alla deriva l'umanità più povera e fragile, come i migranti. Noi ci riconosciamo nel Manifesto di Ventotene che porta un soffio di speranza e che ci chiede responsabilità e impegno”: queste le parole di Don Ciotti, che hanno suscitato in tutti i presenti un’onda di forte commozione. Al termine del suo intervento egli ha ricordato che "la parte giusta non è un luogo dove stare, ma un orizzonte da raggiungere tutti insieme" e ha salutato tutti i presenti incitandoli ad un impegno
costante e quotidiano nella lotta per la libertà e la giustizia.
La conclusione di questo itinerario della legalità è stata la partecipazione degli studenti al seminario “Diritto alla verità: la memoria come cammino che traccia e costruisce la storia”, durante il quale hanno avuto modo di conoscere dal vivo alcuni familiari di vittime uccise dalla mafia e di riflettere sul valore della memoria come guida imprescindibile della giustizia.
Giustizia, verità, memoria per costruire un mondo più umano, perché “il vero progresso è crescere in umanità”, e a questo compito la Scuola non può mancare.
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